Quando parliamo di Vitamina D, immediatamente si richiama alla mente la sua funzione più nota, ossia quella di essere amica delle ossa.
La vitamina D raggruppa una serie di ormoni che innanzi tutto regolano il metabolismo del calcio e del fosforo, favorendone l’assorbimento intestinale e riducendone l’escrezione con le urine; al contempo ne bilanciano la deposizione e il riassorbimento osseo a livello scheletrico.
La maggior parte (circa l’80%) è sintetizzata dall’organismo attraverso l’esposizione alla luce del sole, la parte restante va integrata attraverso l’alimentazione.
- Vitamina D: alleato del sistema immunitario
La vitamina D possiede importanti funzioni oltre a quelle dell’omeostasi del calcio e delle ossa, che includono la modulazione delle risposte immunitarie innate e adattative.
Nella sua forma attivata, infatti, agisce con un’azione modulante nei confronti del sistema immunitario, attivando i linfociti T, ossia le cellule incaricate di riconoscere i corpi estranei, rendendoli più sensibili e forti nella lotta contro virus e batteri.
In passato infatti la vitamina D è stata utilizzata (inconsapevolmente!) per trattare infezioni come la tubercolosi prima dell’avvento di antibiotici efficaci. A quel tempo, i malati di tubercolosi erano inviati ai sanatori dove il trattamento includeva l’esposizione alla luce solare (che si pensava potesse uccidere direttamente la tubercolosi) e olio di fegato di merluzzo. Questo alimento, una ricca fonte di vitamina D, veniva infatti comunemente impiegato non solo come trattamento per la tubercolosi, ma anche per una maggiore protezione generale dalle infezioni.
Oggi vi sono numerosissimi studi trasversali che associano livelli bassi di vitamina D a un aumento delle infezioni. Un recente lavoro, ha studiato quasi 19.000 soggetti tra il 1988 e il 1994. Gli individui con livelli di vitamina D più bassi (<30 mg/ml) avevano maggiori probabilità di auto-segnalare una recente infezione del tratto respiratorio superiore rispetto a quelli con livelli sufficienti. Inoltre vi è anche una crescente evidenza epidemiologica che collega la carenza di vitamina D e le malattie autoimmuni tra cui la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, il diabete mellito, la malattia infiammatoria intestinale e il lupus eritematoso sistemico.
Gli effetti benefici della vitamina D sull’immunità protettiva sono dovuti in parte ai suoi effetti sul sistema immunitario innato. È noto che i macrofagi (le prime cellule della difesa che fanno parte del sistema immunitario) riconoscono il lipopolisaccaride LPS, un surrogato dell’infezione batterica, attraverso i recettori toll like (TLR). Il coinvolgimento dei TLR porta a una cascata di eventi che producono sostanze con una potente attività battericida come la catelocidina e la beta defensina. La produzione di queste molecole ad attività antimicrobica è stimolata dalla presenza della forma attiva di Vitamina D sul proprio recettore presente sulla membrana dei macrofagi. La vitamina D svolge dunque un ruolo importante nella risposta antimicrobica innata, entrando a gamba tesa in questo meccanismo che coinvolge macrofagi, recettori, batteri e virus.
- Quando e come assumere la vitamina D?
In un mondo ideale in cui l’uomo passa molto tempo all’aperto, probabilmente non ve ne sarebbe bisogno. Purtroppo sono diversi i fattori che influenzano la sintesi di Vitamina D da esposizione solareuu e la maggior parte delle persone (soprattutto le donne), sembra esserne in carenza.
- Scopri cosa fare in caso di carenza da Vitamina D.
La prima cosa da fare è dosarla (con una semplice analisi del sangue): se il valore dovesse essere sotto la norma, si può cominciare ad assumerla ad una dose di base compresa tra le 22.000 e le 25.000 unità al mese, corrispondente ad una gelatina di VITAMIN D-LOGES a settimana. Dopo tre mesi, si può ripetere l’esame, ed eventualmente aggiustare i dosaggi. Nei periodi invernali e di maggiore bisogno è possibile raddoppiare il dosaggio per garantire un’efficace e corretta integrazione.
- I nostri consigli
Ricordiamo che la vitamina D è un olio: quindi va presa a stomaco pieno, e la sua attività viene potenziata se contemporaneamente si attiva il recettore dei carotenoidi: quindi è bene assumerla insieme ad un pasto di verdure dal colore rosso/giallo/viola. Non dimentichiamo infine, nelle ore giuste, con moderazione ma con la dovuta costanza, l’esposizione al sole.
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Medico Chirurgo, MMG – Specialista in Medicina Preventiva dei Lavoratori – Perfezionato in Fisiopatologia e Allergologia Respiratoria. Esperto in Nutrigenomica e Farmacogenomica. Presidente della Fondazione Onlus “DD Clinic Research Institute”. Si occupa di immunologia, oncologia, nutrizione clinica generale, nutraceutica e farmacogenomica nel malato oncologico, in ambito clinico e di ricerca.