Il processo digestivo è reso possibile da particolari enzimi, proteine capaci di catalizzare (cioè guidare e accelerare) le reazioni chimiche in cui sono specializzate. Ogni enzima infatti agisce su uno specifico materiale, per esempio per digerire il lattosio deve intervenire l’enzima lattasi; una carenza o assenza di quest’enzima fa sì che il latte ci provochi disturbi proprio perché non siamo in grado di digerirlo.
Gli enzimi digestivi aiutano l’apparato digerente a scomporre i cibi introdotti con l’alimentazione, rendendoli facilmente assimilabili dall’organismo. Essi sono prodotti naturalmente nel pancreas, nello stomaco, nel fegato, nell’intestino tenue e in bocca dalle ghiandole salivari. La digestione, infatti, ha inizio già nella fase della masticazione quando gli enzimi presenti nella saliva cominciano a scomporre le molecole del cibo.
- Le intolleranze alimentari
“Dottore ho la pancia gonfia”, “Quello che mangio mi fa male ma non so cosa” …i sintomi più comuni descritti da tutte le persone che si rivolgono a un gastroenterologo o decidono di fare un’ecografia addominale
Sintomi piuttosto generici che hanno contribuito a far esplodere online il tema delle Intolleranze Alimentari, con l’invito a sottoporsi ai test diagnostici più disparati alla ricerca dell’alimento incriminato.
È bene dirlo subito: attualmente non esiste (a parte il test dell’intolleranza a lattosio e quello del glutine) un esame attendibile e specifico che possa fare diagnosi di intolleranza.
Le intolleranze alimentari infatti, sono manifestazioni immunologiche di un processo infiammatorio subclinico, che probabilmente si manifesta mediante l’attivazione leucocitaria con relativo rilascio di radicali liberi e, come tali devono essere considerate. Tale fenomeno determina un aumento del livello soglia di infiammazione, che definiamo “infiammazione minima persistente”. In questo modo l’organismo viene predisposto a successivi eventi morbosi, che possono essere di carattere allergico o di altra natura. Purtroppo ad oggi, non abbiamo le conoscenze giuste per proporre un valido test diagnostico.
- Cosa fare dunque?
Per prima cosa valutare la possibilità di farsi seguire da un professionista. Spesso e volentieri questi disturbi si risolvono perché senza saperlo, si segue una dieta non idonea al proprio apparato digerente. A volte tuttavia non basta, soprattutto se il disturbo dura da anni e oramai è diventato cronico. In questo caso potrà sicuramente aiutare l’utilizzo di enzimi digestivi naturali, che spesso sono impiegati in presenza di problemi digestivi (dolori addominali, flatulenza) e in caso di intolleranze alimentari, vengono utilizzati anche dagli sportivi che seguono un’alimentazione ad alto contenuto proteico.
Gli enzimi digestivi, in particolare, hanno la funzione di favorire la scomposizione, l’assorbimento e l’assimilazione dei macronutrienti e dei cofattori essenziali, quali vitamine, minerali e oligoelementi, che si trovano negli alimenti. Nel processo della digestione, alcune sostanze sono pre-digerite da alcuni enzimi a livello del cavo orale (presenti nella saliva), altre a livello dello stomaco, prima di arrivare all’intestino tenue dove il pancreas secerne i propri enzimi.
Per tali motivi non tutti sono idonei: è bene utilizzare un prodotto che simuli il duplice (se non triplice) rilascio enzimatico dei nostri organi, al fine di metabolizzare il cibo al meglio.
Nella nostra pratica clinica utilizziamo con successo il DUENZIMA. Il prodotto, infatti, è dotato di una doppia filmatura: la capsula esterna si dissolve nello stomaco rapidamente e i 5 enzimi gastrici iniziano il processo digestivo in ambiente a pH acido, in modo da fornire un chimo adeguatamente digerito all’intestino. La capsula interna invece, resistente all’acidità dello stomaco, si dissolve nell’intestino e i 7 enzimi intestinali iniziano la digestione nell’ambiente a pH neutro.
Grazie alla varietà enzimatica e al doppio target di distribuzione, DUENZIMA può essere usato nella prevenzione e trattamento di varie condizioni patologiche collegate allo stomaco e ai processi digestivi: difficoltà e disordini digestivi, patologie gastrointestinali, problemi di secrezione pancreatica, morbo di Crohn, chirurgia digestiva e gravidanza.
In particolare Duenzima contiene 5 enzimi specifici: amilasi, lipasi, glucoamilasi, proteasi 3.0, alfa-galattosidasi.
L’amilasi scompone amidi e carboidrati in zuccheri semplici per l’assorbimento ed è prodotta nelle ghiandole salivari, nel pancreas, in particolar modo, e nell’intestino tenue. Questo enzima interviene in una prima scomposizione degli amidi in bocca grazie alla sua produzione da parte delle ghiandole salivari.
La lipasi divide i lipidi, che sono grassi e oli, in glicerolo e acidi grassi, è prodotta nel pancreas e nell’intestino tenue. La lipasi si trova anche nel latte materno per aiutare il neonato nella digestione.
La glucoamilasi interviene nella scomposizione dei carboidrati rilasciando maltosio e glucosio. Inoltre aiuta ad alleviare gli effetti della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) migliorando la digestione, e contribuisce a minimizzare i problemi gastrointestinali in generale l’infiammazione che è spesso un effetto collaterale delle malattie autoimmuni
La proteasi 3.0 scompone le proteine in amminoacidi, scomponendole in condizioni acide di stomaco, offrendo così un’ampia gamma di attività su proteine diverse.
L’alfa-galattosidasi scompone gli zuccheri nei carboidrati complessi presenti nelle verdure e nei cereali; in particolare previene la formazione di gas e flatulenza dovuta alla digestione dei legumi.
Da ricordare, infine, che gli enzimi digestivi devono essere assunti prima o durante i pasti (e non dopo) per poter svolgere al meglio la propria funzione.
Medico Chirurgo, Biologo Nutrizionista, Nutrizionista Oncologico, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Docente al corso di Perfezionamento “la Nutrizione Ottimale” presso l’Università “Federico II”, Vicepresidente della Fondazione Onlus “DD Clinic Research Institute” si occupa di nutrizione clinica generale, nutraceutica e farmacogenomica nel malato oncologico, in ambito clinico e di ricerca.